Janus 05 – Oltre il naturale, oltre l’artificiale

Book Cover: Janus 05 - Oltre il naturale, oltre l'artificiale

Sandro Spinsanti

Oltre il naturale, oltre l'artificiale

Editoriale Janus 5 - Primavera 2012

 

LA FATICA DI GUARDARE AVANTI

Le nuove tecnologie hanno già profondamente cambiato le nostre vite e continuano a farlo quotidianamente. La contrapposizione tra naturale e artificiale ha perso di senso, nei fatti, ancora prima che nelle categorie concettuali. Ma il dibattito spesso è ancora fermo al passato.
-Eva Benelli

 

Una dichiarazione recente del ministro per l'ambiente Corrado Clini, che apriva alla possibilità della ricerca sugli Ogm ha immediatamente riacceso il dibattito che, altrettanto rapidamente, si è polarizzato sulle classiche posizioni a favore o contro (in nome della natura).

Più o meno negli stessi giorni, una sentenza della Corte di cassazione ha stabilito anche per le coppie omosessuali il diritto al trattamento riservato alle unioni tra uomini e donne. Tra i commenti successivi immancabile è arrivato il richiamo alla famiglia formata da un uomo e una donna come la sola "naturale".

La strada presa da Janus con il dossier di questo numero è una strada diversa: non pretende di stabilire che cosa sia naturale e che cosa artificiale. Al contrario si interroga proprio sul progressivo svanire di questo confine, sul venire meno, nei fatti della vita quotidiana, della contrapposizione tra natura e cultura.

QUALCOSA È CAMBIATO

Quanto ha modificato le abitudini sessuali il diffondersi della pillola blu da quando è stata scoperta per caso alla fine degli anni Novanta?

Il suo arrivo sul mercato ha provocato molte meno discussioni di un'altra pillola celeberrima, quella anticoncezionale, ma a sua volta sta generando una rivoluzione non trascurabile dei comportamenti. In Italia i farmaci contro la disfunzione erettile sono ormai al terzo posto per volume di spesa (i contraccettivi orali vendono ancora di più) e la geografia dei comportamenti cambia.

L’epidemiologia delle malattie sessualmente trasmissibili per esempio ci dice che la loro incidenza tra gli uomini nella fascia d'età 45-65 anni si è sensibilmente trasformata, arrivando a un incremento di quasi il 10%. Certo forse la pillola blu c'entra fino a un certo punto, e la sessualità maschile è sempre stata più vivace tra gli uomini che tra le donne oltre una certa età, ma l'aumento di diffusione delle malattie veneree, in controtendenza tra i più anziani che tra i più giovani, è lì a testimoniare che qualcosa è cambiato.

LIBERO DI GIOCARE

Bambini e giovani privi di un arto possono prendere parte alle competizioni sportive? Questa domanda non avrebbe avuto senso anche solo pochi anni fa, perché le protesi o comunque i dispositivi per consentire il recupero di una certa attività motoria non avrebbero mai permesso il confronto con un impegno agonistico.

Ma oggi non è più così e se Oscar Pistorius prende parte agli internazionali di atletica, anche sui campetti di calcio di tutti i giorni qualche bambino può pensare e pretendere di giocare lo stesso. Con una protesi.

Pistorius non è stato accolto senza polemiche e per far giocare il tredicenne italiano Missori c'è voluta una modifica del regolamento. Ma sono segni di normalità: se ne discute perché è possibile. Perché le moderne protesi sono così perfezionate da superare il confine tra naturale e artificiale e, tutto sommato, anche tra salute e malattia.

NASCERE IN ACQUA E MANGIARE BIOLOGICO?

Confine sfumato tra naturale e non naturale (se non propriamente artificiale) anche sul fronte del cibo biologico. La disponibilità di noi abitanti delle società più ricche a spendere fino al doppio pur di avere sulla tavola un cibo cui attribuiamo un valore intrinseco maggiore perché lo consideriamo non solo più sano, ma anche più vicino alla natura, si scontra purtroppo con la realtà dei fatti. La sostenibilità ambientale di alcune produzioni è tutta da dimostrare se per arrivare fino a casa nostra devono percorrere migliaia di chilometri e, forse, non è davvero necessaria l'epidemia di Eschehrichia coli del cetriolo tedesco per scoprire che non tutte le procedure naturali mettono al sicuro da rischi.

E che dire del paradosso italiano dell'esperienza del parto: da un lato regioni come la Campania hanno reso da tempo "naturale" il cesareo praticandolo in un caso su due con evidente non appropriatezza. Ma l'Italia è anche un Paese dove comunque le donne si battono per demedicalizzare l'esperienza della nascita e, magari, cercano anche di organizzarsi per partorire in casa o, addirittura, in acqua. Che cosa è più artificiale, allora: battere il record europeo di nascite in sala operatoria o fuggire così lontano dalla medicalizzazione da partorire da sole in casa, magari in acqua?

SULL'ORLO DEL FUTURO

Ma sono i biomateriali a spostare il confine ancora più in là, sia che si ragioni di strutture come l'esoscheletro che permettono di muoversi alle persone con gravi deficit, ma anche di trasformarsi in potenziali supercombattenti. Sia che si lavori, come fa la biologia sintetica, alla produzione di nuovi microrganismi da utilizzare come fonti di energia a minimo impatto ambientale. In questo settore, che è già realtà, la contrapposizione tra naturale e artificiale perde definitivamente di senso, tanto che le discussioni riguardano piuttosto le logiche dei brevetti o i limiti non della ricerca, ma dei criteri d’utilizzo delle nuove scoperte. Ed è qui che il dibattito si fa, davvero, interessante.