«Servono parole oneste per guarire la sfiducia tra il medico e il paziente»

L’intervista. Sandro Spinsanti punta il dito contro la «pandemia della diffidenza nei confronti della sanità»
«L’opposizione ai vaccini riposa su dubbi generalizzati». Ma c’è un «uso fuorviante del consenso informato»

Un libro sulla fiducia nei rapporti di cura. Tra il medico e il paziente, tra la medicina e il medicato, tra la scienza che avanza sempre più veloce e un’opinione pubblica che, al contrario, si fa attrarre sempre meno dalle sue promesse. Fino a non molto tempo fa, a nessuno sarebbe venuto in mente di scriverlo, ma oggi, in un preoccupante clima di pandemia non solo di Covid, ma anche di sfiducia generalizzata, diventa quasi un’urgenza, per cercare di capire come invertire la rotta, come far sì che la scienza della cura – almeno quella «buona» – ricopra il ruolo che intelligenza e buon senso le devono necessariamente riconoscere.
Ne ragiona, nella sua ultima fatica letteraria, Sandro Spinsanti, laureato in Teologia e in Psicologia, già docente di Etica medica alla Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica di Roma e di Bioetica all’Università di Firenze, fondatore e direttore dell’Istituto Giano per le medical humanities. «Una diversa fiducia – Per un nuovo rapporto nelle relazioni di cura» (pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore) è il suo contributo per proporre nuovi percorsi di costruzione di una «fiducia diversa» appunto, capace di far scoppiare le «bolle informative» che avvelenano i nostri giorni e che, nel contempo, con «parole oneste», sappia guarire la sfiducia pronunciando l’«Effatà» raccontato nel Vangelo di Marco, aprendo «le orecchie e la bocca di una medicina che si occupa solo di sintomatologie organiche».

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