Manuale di medical humanities

Sandro Spinsanti

PRESENTAZIONE

in Manuale di medical humanities, a cura di Roberto Bucci

Zadigroma editore, Roma 2006

pp. 9-10

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PRESENTAZIONE

Prima della bioetica c’erano le medical humanities. E le medical humanities ci saranno ancora in futuro, quando la bioetica avrà concluso la parabola ascendente che l’ha portata al centro del dibattito sociale e di interessi accademici. Ancor più: proprio dalle humanities ci aspettiamo una correzione di rotta che ridia slancio all’incontro tra cultura umanistica e cultura scientifica, liberando la bioetica dalle strettoie dei dibattiti ideologici che la paralizzano, soprattutto in Italia. Rispetto al progetto della bioetica di delimitare i confini tra il lecito e l’illecito nell’ambito dei progressi della medicina e delle scienze biologiche, le humanities coltivano un sogno di più ampio respiro: assicurare la felice sinergia tra le scienze naturali e le scienze umane, in vista di una medicina che sappia curare e prendersi cura, garantire cure efficaci dal punto di vista biologico, ma anche rispettose di tutta la molteplicità dei bisogni umani. Le medical humanities, inoltre, non si limitano a quanto la medicina può offrire per la guarigione, ma sono rilevanti rispetto a ogni forma di servizio alla salute: dalla psicoterapia al servizio sociale, dalla prevenzione alla medicina di comunità. Non si rivolgono, quindi, solo ai medici, ma a tutti gli operatori della salute (sarebbe più corretto parlare di health professionals humanities, se l’eccesso di inglese non minacciasse un rigetto...).

Singole discipline hanno portato un contributo significativo a questo progetto globale. Basti pensare alla psicologia e alla sociologia (che hanno sviluppato sottospecialità riferite alla salute), alla filosofia della scienza, all’antropologia

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culturale e ovviamente all’etica (bioetica). Ma il progetto complessivo che si sviluppa sotto il segno delle humanities non si accontenta di acquisizioni settoriali. È necessario tenere insieme e lasciar dialogare l’insieme dei saperi e delle discipline, nella convinzione che il tutto è più della somma delle parti. Inoltre non bisogna trascurare che le medical humanities non includono solo le scienze umane, in quanto contrapposte alle scienze della natura, ma anche il contributo che a una pratica più completa della medicina può venire dalla letteratura e dalle arti espressive (pittura, musica, ecc).

Il Manuale vuole offrire una visione organica delle medical humanities. Organica, ma non esaustiva. Nel disegno si notano vistose carenze. Alcune deliberate, come l’assenza dell’apporto della letteratura. Un secondo volume, dedicato al tema, farà seguito a breve al Manuale. Altre carenze sono inevitabili. Ci riferiamo alle applicazioni concrete di questi saperi e discipline a tematiche complesse delle cure sanitarie: dalle decisioni di fine vita alla gestione degli errori, dalla donazione-trapianto degli organi all’educazione terapeutica dei malati cronici. Sono alcuni dei temi esplorati nei corsi organizzati dall’istituto Giano, oltre a quello d’introduzione alle medical humanities, dal quale il Manuale ha avuto origine. Le medical humanities sono l’equipaggiamento da portare con sé, non il viaggio stesso. Ed è solo camminando che si impara ad andare.