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- Comunicare e informare: quale empowerment per il cittadino?
- Il consenso informato: del buono e del cattivo uso
- Consenso informato tra comunicazione e informazione
- Comunicazione, consenso, responsabilità
- Informazione e consenso: un cambiamento culturale in atto
- Informare i cittadini: come e perchè
- La formazione del consenso con la famiglia
- Decisioni in medicina
- Etica dell'informazione
- Direttive anticipate
Sandro Spinsanti
INFORMAZIONE E CONSENSO: UN CAMBIAMENTO CULTURALE IN ATTO NELLA PRATICA DELLA MEDICINA
in La medicina psicosomatica oggi: dall'epistemologia alla clinica
Atti del XIV° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Psicosomatica
Firenze, 12-15 maggio 1993
pp. 108
108
Tradizionalmente l’ethos ippocratico ha fatto derivare la liceità dell’atto medico dal bene che esso intende procurare al paziente. Nel giuramento di Ippocrate questa giustificazione si esprime nella cosiddetta "clausola terapeutica": "Prescriverò agli infermi la dieta opportuna che loro convenga per quanto mi sarà permesso dalle mie cognizioni e li difenderò da ogni cosa ingiusta e dannosa".
I tratti costitutivi del rapporto medico-paziente costruito sul paradigma della medicina ippocratica sono: l’asimmetria dei rapporti (non si stabilisce un contratto bilaterale, ma piuttosto un’"alleanza terapeutica", con forti connotazioni religiose); subalternità del malato; ruolo pilota della scienza (il medico è impegnato ad accrescere sempre più il proprio sapere); controllo fornito dalla coscienza e dal senso di responsabilità del medico. La formuletta "in scienza e coscienza" ha per lo più compendiato i parametri di riferimento proprio di questo modello di pratica medica.
Il cambiamento in atto può essere ricondotto all’introduzione anche in medicina del principio dell'"autonomia" proprio dell’epoca moderna, cioè post-illuminista. Il rapporto medico-paziente ne risulta profondamente modificato. Quando l’atto medico diventa "moderno", comporta l’uscita da ogni forma di "minorità non dovuta" (Kant), comprese quelle legate alla condizione del malato e l’abbandono dell’atteggiamento paternalista che conferisce a qualcuno la facoltà di decidere per l’altro qual è il suo bene. La modernità porta a un rovesciamento di prospettiva: il primato non spetta all’orientamento a fare il bene dell’altro (principio di beneficità), ma al rispetto della sua caratteristica fondamentale di soggetto autonomo (principio di autonomia).
In questo quadro di fondo si inserisce il dibattito attuale sulla pratica del consenso informato relativamente alla ricerca che utilizza gli esseri umani, ma anche nel quadro della normale attività clinica. L’informazione del paziente e l’acquisizione del suo consenso sono sempre meno un "optional" ― destinato a caratterizzare il medico "gentile" o "umano" ― se sempre più un obbligo non solo giuridico e deontologico ma anche etico, che qualifica il medico "tout court". Senza informazione e consenso, in altri termini, oggi non si può più parlare di buona medicina.