Quel filo imprevedibile

Sandro Spinsanti

QUEL FILO IMPREVEDIBILE

in Messaggero di sant'Antonio

n. 15, 2 ottobre 1987, p. 67

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Spulciando dal libro delle testimonianze

Vorrei trovare le tracce visibili delle numerosissime persone passate in Basilica in questi mesi caldi dell'87. È vero: i dolori, le speranze, le consolazioni, le gioie di tutti quelli che sono venuti al sepolcro del Santo sono registrati solo in cielo. Ma qualche traccia qualcuno la lascia, su un libro bianco intitolato «Testimonianze antoniane», conservato in sacrestia. Quando uno vuol dare testimonianza di una grazia che sente di aver ricevuto, vuol dare ragione di un dono lasciato al Santo, può scriverlo su questo libro. Molti scrivono.

Con alcune di queste tracce, le più frequenti, le più originali, le più tenere, vorrei rappresentare questo tempo estivo nella basilica del Santo, al di là degli eventi statisticamente vistosi o «illustri», cioè al di là delle più di 300 mila comunioni distribuite, dei più di duemila sacerdoti che hanno celebrato qui l'eucaristia, avendovi accompagnato pellegrinaggi da mezzo mondo; al di là delle personalità importanti venute in visita, quali la regina Madre e il principe ereditario Carlo d'Inghilterra, il ministro degli esteri Andreotti, il ministro della giustizia spagnolo e via dicendo.

A maggio, tempo di matrimoni e prime comunioni, sono molti gli abiti di cerimonia lasciati in dono. A parte il significato simbolico del dono ― chiedo al sacrestano fra Luciano ― cosa si fa poi con tutti questi abiti di prima comunione e matrimonio?

Vanno a persone povere. Molti vengono portati da suore missionarie in Egitto, in India, in Ecuador... e noleggiati per aiutare opere di carità. Come può essere lungo e imprevedibile un filo di gratitudine: da un abito da matrimonio della benestante Italia, al pasto per un ecuadoriano che ha fame!

L'affetto e il ringraziamento dei giovani suscitano tenerezza.

«Offriamo a sant'Antonio le fedine del fidanzamento» scrivono F.W. e M.A. il 25 maggio.

«Siamo in viaggio di nozze. Veniamo da Bari». Scrivono semplicemente B.D. e S.M. Ma che altro c'è da dire?

«Offro il mio primo stipendio per grazia ricevuta». Firmato B.L.

Ci sono richieste semplici quanto grandi: «Sant'Antonio, aiutaci a trascorrere una vita serena».

Talvolta la testimonianza ha un tono quasi da ricevuta o da contratto: ognuno vive nel suo modo ed esprime col suo linguaggio il rapporto col Santo.

6 giugno. «Offro a sant'Antonio, come promesso, un anello d'oro». P.F.

28 giugno. "Offro a sant'Antonio il mio vestito da sposa e un lenzuolo per grazia ricevuta». M.C. Chi ci dormirà sopra, non saprà mai la storia di quel lenzuolo!

18 agosto. «Offro a sant'Antonio, per la promessa che avevo fatto, un centrino». D.S.M.

C'è chi con il dono vuole «impegnare» il Santo in anticipo.

«Regalo questo oggetto tanto caro a me, perché il Santo mi faccia la grazia per cui prego tanto». C.

13 giugno. «Per poter ottenere la grazia per mio figlio ... dono a te sant'Antonio la vestina del battesimo, il bracciale, i miei capelli... con infinita devozione». Z.G.

Spesso quel che si desidera non avviene, ma questo non altera l'affetto per il Santo.

19 luglio. «Non avendo ricevuto la grazia richiestavi, caro sant'Antonio, vi offro lo stesso questo mio dono, chiedendovi soltanto di pregare per tutta la mia famiglia». R.C.

Un dono può essere paradossale in un ambito di fede cristiana. Questo per esempio: «Siamo venuti da Saonara per ottenere la grazia all'amica A. e famiglia. Abbiamo donato con fede catenina e ferro di cavallo». Fede e affetto purificano tutto!

Il 22 maggio G.B. presenta una richiesta imponente ed espressa in linguaggio favoloso. «Pellegrinaggio penitenziale Firenze-Padova-Mosca-Pechino. Aiutami sant'Antonio ad arrivare nell'impero del sole giallo alla corte del Gran Can e di convertirgli il cuore a Gesù Cristo e alla B.V. Maria». G.B.

Il conforto per la mente malata è cercato oggi come quello per la malattia del corpo.

«Chiesi a sant'Antonio la grazia per farmi star bene (in seguito a un esaurimento nervoso) il giorno del mio matrimonio e se così fosse stato avrei donato un girocollo d'oro a cui tenevo tanto e che acquistai con i primi soldi del mio lavoro. Ottenni questa grazia e faccio questo dono con tutto il cuore e prego sant'Antonio che mi faccia stare sempre bene di salute insieme a tutti i miei cari». L.B.

Come «medico della mente» il Santo riceve anche un nuovo diploma di patrono da C.M. di Padova. «Ringrazio sant'Antonio per aver riacquistato la salute mentale dopo un grave esaurimento nervoso e lo nomino il Santo della salute mentale».

Si può sorridere. Ma chi può giudicare l'amore, il misterioso rapporto tra gli uomini i santi e Dio? Talvolta semplice, ingenuo, ma grande; come questo: «Io Pinello Antonio dichiaro di aver ricevuto da sant'Antonio la luce di Gesù. Io lo amo Antonio».