A una donna come me

Book Cover: A una donna come me
Parte di Rapporto professionista-malato series:

Sandro Spinsanti

A UNA DONNA COME ME

in Attive come prima

anno IV, aprile 1987, p. 28

28

A una donna come me è l’opuscolo che le fiduciarie di Attive come prima consegnano alle donne operate negli ospedali. Alcuni medici, dopo averlo letto, l’hanno così commentato:

Sandro Spinsanti

La medicina della mano e la medicina della parola: sono le due forme fondamentali dell’opera terapeutica. Prolungamento della mano è il bisturi che incide, o il trattamento chemioterapico, o l’irradiazione. I progressi di questa dimensione della medicina sono spettacolari. Grazie ad essi, oggi, il cancro non è più sinonimo di morte: di cancro si guarisce, in una percentuale sempre crescente di casi. Questi progressi rischiano però di mettere in ombra l’opera della parola.

Mentre la mano elimina il sintomo, la parola lo interpreta. La faccia nascosta della malattia — quella in cui non è solo un evento cieco e insensato, ma anche un messaggio e un invito al cambiamento — si rivela solo attraverso l’opera della parola, che segue e accompagna quella della mano. L’una e l’altra costituiscono la “guarigione” completa, quella che porta spesso a una modificazione in positivo della propria vita.

La lettera “A una donna come me” è una parola rivolta in prima persona, da donna a donna, nella comune condizione di mastectomizzata; una parola che ne suscita un’altra e si apre a un dialogo.

Il testo sulla psicoprofilassi, ugualmente elaborato da Ada Burrone, è una seconda parola che prolunga la prima. Esso viene utilizzato nei gruppi per donne operate al seno organizzati da Attive come prima.

La parola che attraverso questi testi invita a prendere coscienza e a riappropriarsi del proprio corpo e della propria vita, agisce con la dolcezza di un balsamo che si stende su una ferita. È il farmaco appropriato contro la disperazione, la solitudine e l’insensatezza.